Nazionale

Transizione digitale: un futuro possibile

La trasformazione digitale è condivisione e inclusione di tutti i partecipanti. Ne parliamo nella sezione di aprile del Discobolo calendario 2024

 

Il numero speciale de Il Discobolo-calendario 2024 è  un'occasione per fare il punto sulle transizioni possibili. Ad aprile si parla di Transizione digitale

Se la digitalizzazione consiste nell’utilizzo di tecnologie digitali per ottimizzare processi già in essere, la trasformazione digitale è abilitata dallo sviluppo di nuove tecnologie, ma non si limita alla loro adozione. Essa integra e coinvolge tutto l’ecosistema toccato dal processo, incentivando la trasparenza, la condivisione e l’inclusione di tutti i partecipanti. La trasformazione digitale è un percorso che coinvolge persone, processi e tecnologie” (TechSoup Italia, “Digitale per bene”, 2022) 

SFOGLIA LO SPECIALE IL DISCOBOLO-CALENDARIO 2024 DEDICATO ALLE TRANSIZIONI POSSIBILI

Lo scorrere dei mesi è accompagnato da frasi e citazioni che illustrano le transizioni in atto o future, a cominciare da questa domanda: Perché accelerare la transizione?

Coprogrammazione e coprogettazione attraverso lo sport, ovvero politiche pubbliche e buone pratiche integrate attraverso la transizione sportiva - scrive Tiziano Pesce in apertura di questo speciale - L’Uisp ci crede. Proprio oggi, nel pieno di grandi riforme come quella del sistema sportivo e del terzo settore, e all’indomani dell’ingresso delle attività sportive in Costituzione, si avvertono maturi i tempi per un approccio finalmente in linea con la disciplina europea in materia di sport, che ci indica da tempo una strada: l’attività fisica e sportiva è portatrice di salute, socialità, coesione sociale, educazione, parità di genere. Valori in linea con l’Agenda 2030, ovvero il Programma di Azione Globale varato dalle Nazioni Unite per attuare i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile nel mondo. Per invertire tendenze negative, recuperare ritardi e pigrizie è indispensabile accelerare l’adozione di un approccio politico e culturale che veda la sostenibilità al centro di tutte le scelte, pubbliche e private. Come chiede l’Asvis (di cui l’Uisp è membro fondatore) nel suo ultimo Rapporto 2023. L’Uisp farà la sua parte, non c’è tempo da perdere. A tutto questo è dedicato il numero speciale del Discobolo, con il calendario 2024: una bussola che ci accompagnerà per l’intero anno”. (Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp)

Transizione sportiva

È un indicatore nuovo per un futuro accogliente. Il contesto sociale nel quale ci troviamo vede profonde trasformazioni strutturali con particolare riferimento alle transizioni, digitale, ecologica e demografica. La “transizione sportiva” rappresenta un indicatore europeo di benessere e di qualità della vita. La transizione sportiva puó rappresentare una risposta concreta anche alla crisi climatica. In tanti modi diversi: economia circolare applicata all’impiantistica e alle infrastrutture sportive; mobilità dolce e compatibile con l’ambiente; la persona al centro delle scelte da parte delle amministrazioni regionali e locali per un maggior benessere, in tutte le età della vita”. (Uisp) 

Equità di genere, transizione in atto

C’è una cosa che gli uomini possono fare per le donne? Sì, volere quello che vogliono le donne. Se gli uomini volessero assumersi maggiori responsabilità reali a casa, i luoghi di lavoro sarebbero strutturati in modo diverso e uomini e donne sarebbero trattati e pagati in modo più equo nel mercato del lavoro. È così semplice”. (Claudia Goldin, economista statunitense, premio Nobel 2023 per l’economia)

Claudia Goldin ha dimostrato che una transizione per così dire “negativa” per il ruolo della donna nel mercato del lavoro, ovvero il passaggio dalla società agricola a quella industriale, è stata invertita positivamente a partire dal Duemila con il passaggio all’economia dei servizi. Una transizione “positiva” che deve ancora completarsi.

Transizione alimentare

Mi impegno a ridurre fortemente i cibi iper-processati. Sono pieni di coloranti, dolcificanti, di tutto e di più, e sono nati con lo scopo di renderci tutti quasi dei tossidipendenti da questi sapori… Attenzione, questi non sono impegni di mortificazione, di quaresima. Questi comportamenti possono portare felicità, perché migliorano il nostro rapporto con la natura e con gli altri. Se vogliamo cambiare questo sistema alimentare, dobbiamo farlo con gioia e determinazione… Crediamo che si possa avviare la transizione anche partendo da come agiamo tutti i giorni”. (Carlo Petrini, “Il gusto di cambiare”, 2023)

Transizione alla “Terra Madre”

Vorrei trasmettere ai giovani la parola creatività, affinchè riconoscano la creatività della natura e co-creino con essa per la rigenerazione, affinchè riconoscano il proprio potere creativo per creare paradigmi ed immaginari alternativi al di là di “Terra Nullius” e trovino nuove trade per uscire dalle molteplici crisi che affrontiamo, rigenerando “Terra Madre”. La parola innovazione, che significa rinnovamento e bellezza, è stata ridotta al senso di tecnologia e a strumento di estrazione e degrado” (Vandana Shiva, attivista e ambientalista indiana, “Parole che cambiano il mondo”, 2023)

Transizione giusta

La transizione ecologica potrà essere concretamente attuata e potrà  produrre gli effetti desiderati solo se si terrà conto degli effetti che verranno a prodursi sulle fasce di popolazione più vulnerabili e svantaggiate. Essa sarà accettata solo se sarà equa e percepita come tale, cioè se saprà generare trasformazione e protezione allo stesso tempo” (Asvis e associazioni firmatarie del Patto di Milano)

L’Unione Europea ha previsto un fondo di intervento specifico che si concentrerà sulle regioni a più alta intensità di emissioni di CO2 e su quelle con il più elevato numero di occupati nel settore dei combustibili fossili, che perderanno il loro lavoro. Verranno agevolate forme di transizione a opportunità di lavoro in nuovi settori e in quelli in fase di transizione.

Transizione agricola

La Terra ha bisogno di rispetto. Il suolo è una materia vivente complessa, ancora più complessa dell’acqua o dell’atmosfera che sono ambienti relativamente semplici. Si sa, il suolo è un ambiente minoritario sul nostro pianeta: ha uno spessore medio di soli 30 centimetri. Il suolo è un materiale vivo. Dobbiamo reagire adesso. La natura reagisce in modo molto forte. Continuare a negare questo fatto ci porta dritti al disastro. L’agricoltura ecologica a livello globale è la garanzia di un giusto rapporto tra l’uomo e il suo ambiente, per un’alimentazione sana e un giusto compenso per il lavoro di tutti” (Lydia e Claude Bourguignon, microbiologi dei suoli e agronomi francesi, 2018)

La transizione agricola, nel rispetto di quella ecologica, pone domande su come rendere l’agricoltura sostenibile e come alimentare l’umanità nel terzo millennio. La Commissione Europea, nella strategia “From farm to fork”, indica come impellente la necessità di rendere l’agricoltura sostenibile socialmente, ambientalmente ed economicamente. 

Transizione ecologica

La ricostruzione sociale ed ecologica delle nostre società è il grande progetto che abbiamo l’opportunità di realizzare nei prossimi decenni. Non è un problema, ma la soluzione. Un progetto che unisce anziché dividere, come invece fa l’utopia postliberale di privatizzare il mondo. Ogni volta che si pensa alla Terra come proprietà privata, diventa legittimo poterla distruggere. E prima o poi, anche il prossimo diventa proprietà privata: la schiavitù è l’esito del processo di “uberizzazione” del mercato del lavoro, che sta mandando in soffitta i rapporti salariali regolati da due secoli di lotte sociali” (Gael Giraud, “Transizione ecologica”, 2015) 

Economia circolare

L’economia lineare – quella attuale – genera ricchezza estraendo materie prime, trasformandole in prodotti che finiscono in discarica. In un’economia circolare, invece, tutto è pensato per rigenerare valore, evitando l’estrazione di materiali, l’utilizzo di energie non rinnovabili e la produzione di rifiuti. In pratica si tratta di allungare la vita dei prodotti attraverso diverse strategie: condivisione, riparazione, riutilizzo e ridistribuzione, rigenerazione e riciclo delle parti abbandonate. Mentre per i beni realizzati con materiali biologici si parla di reinserimento nel ciclo naturale o di trasformazione in bioenergia”. (Ellen MacArthur, velista, attivista e fondatrice dell’omonima Fondazione sull’economia circolare, 2020)

Un esempio di economia circolare, applicata allo sport? Da oltre un decennio l’Uisp sta collaborando con Ecopneus, consorzio non profit per il riutilizzo degli pneumatici fuori uso, per la realizzazione di pavimentazioni sportive in gomma riciclata (calcio,basket, pallavolo, polivalenti), in granulato di pfu (campi da lavoro per cavalli) e di oggetti per la nautica, come i parabordi.

Greenwashing, no grazie. Quando la transizione verde è una trappola

Questo termine è indirizzato ad aziende e soggetti pubblici e privati che “fanno finta” di adottare la transizione ecologica ma in realtà cercano di sfruttarne soltanto i benefici di immagine. Ecco un breve glossario, tratto dal report Greenwashing Hydra del think tank Planet Tracker, utile per orientarsi e smascherare le trappole:

Greencrowding, ovvero “nascondersi tra la folla” per evitare che il proprio impatto o le proprie mancanze in tema di sostenibilità vengano scoperte.

Il greenlighting consiste nell’oscurare il reale impatto ambientale dell’azienda, mettendo in luce l’unica e, a volte insignificante, azione sostenibile che viene promossa. Spesso soltanto il cambiamento del nome con appeal green.

Il greenshifting si verifica quando c’è una colpevolizzazione del consumatore, ponendo al singolo cittadino, questa domanda: “Tu che cosa sei disposto a fare per ridurre le emissioni di CO2?” Questo è un modo per smarcare le aziende.

Il greenlabelling, che potremmo tradurre come “etichettatura verde”, è una pratica di marketing che prevede che un prodotto o un servizio venga promosso o pubblicizzato come verde, senza effettivamente esserlo.

Il greenrinsing si riferisce a quando un’azienda cambia regolarmente i propri obiettivi ESG prima di raggiungerli.

Il termine greenhushing si ha quando un’azienda non dichiara le proprie performance di sostenibilità nella speranza di eludere il controllo da parte degli investitori.

 NOTIZIE DA UISP NAZIONALE
UISPRESS

PAGINE UISP

AVVISO CONTRIBUTI ASD/SSD

BILANCIO SOCIALE UISP

FOTO

bozza_foto

VIDEO

bozza_ video

Podcast

SELEZIONE STAMPA

BIBLIOTECA UISP